Ma il figlio d'arte dimostra pure un certo coraggio. Quello di giocare a fondo queste carte - che sono pur sempre quelle di un cinema romantico che ha prodotto gli SPLENDOR IN THE GRASS di Kazan o QUELL'ESTATE DEL '42 di Mulligan per non parlare di Douglas Sirk e compagni - con perfetta coerenza. In una contro tendenza che, in epoca di ciniche quanto ormai risapute manipolazioni, finisce per risultare tutt'altro che sgradevole. C'è un quarto d'ora finale clamorosamente strappalacrime e scioccamente esplicativo (possibile che nemmeno gli gnomi scafati del marketing hollywoodiano non ci siano arrivati?). Arrischia di intorpidire la poesia del film, di piombare il lato senescente affidato alla gloriosa coppia Gena Rowlands / James Garner. E di far dimenticare la giustezza della sua parte predominante, la freschezza degli amoreggiamenti adolescenziali che sfociano nella sensualità e nella cadenza della passione colta con grande immediatezza. Con tutto il tempo e l'attenzione che l'eterna ripetitività del rito della seduzione e dell'amore comporta da sempre.

Ma questo Nick non è in definitiva il rampollo di uno dei più grandi intimisti che gli attori abbiamo mai avuto a loro gloria e servizio? E sarà allora forse anche per questo che, sulle tracce di tutti i Warren Beatty e Nathalie Woods che abbiamo conosciuto, la coppia formata da Ryan Gosling e Rachel McAdams è di una verità e di una seduzione magica e magnifica.